T+1 settlement cycle: Impatti e rischi per i mercati europei

di Debangita Ghosh

Overview generale

Nel 2014, il regolamento sui depositari centrali di titoli (CSDR) ha introdotto per la prima volta un requisito che richiede a tutte le transazioni in valori mobiliari che sono eseguite in sede di negoziazione di essere regolate entro due giorni lavorativi dalla trade date (si tratta del cosiddetto ciclo di regolamento a T+2).

Nel febbraio 2022, la United States Securities and Exchange Commission (USSEC) ha condiviso una proposta di modifica delle regole per ridurre i rischi (come i rischi di credito, di mercato e di liquidità nelle transazioni in titoli a cui sono esposti i partecipanti al mercato e gli investitori americani) nella compensazione e nel regolamento dei titoli, accorciando il ciclo di settlement standard per la maggior parte delle transazioni in titoli dei broker-dealer da T+2 a un giorno lavorativo dopo la data di negoziazione (T+1).

Il 28 maggio 2024 questa norma sarà ufficialmente adottata, modificando il ciclo di settlement americano da T+2 a T+1.

Anche la Canadian Capital Markets Association in Canada, la Contraparte Central de Valores (CCV) e la Mexican Association of Brokerage Firms (AMIB) in Messico hanno annunciato l’intenzione di passare al T+1 a partire dal 27 maggio 2024.

A causa dell’interconnettività dei mercati, il 5 ottobre 2023 l’Autorità Europea degli Strumenti finanziari e dei Mercati (ESMA) ha pubblicato una “call for evidence” per comprendere i possibili impatti che un passaggio dal ciclo di regolamento a T+2 a quello a T+1 potrebbe avere in Europa. L’obiettivo dell’ESMA è quello di pubblicare un resoconto finale con le proprie raccomandazioni sulla riduzione del settlement cycle indicativamente nel terzo/quarto trimestre 2024[1].

Benefici e Rischi  

La riduzione del ciclo di regolamento comporterebbe diversi impatti, positivi e negativi, sugli operatori di mercato.

Benefici

  • Riduzione del rischio di controparte: Con il regolamento a T+1, il tempo che intercorre tra l’esecuzione di una transazione e il regolamento è chiaramente più breve. Ciò riduce l’esposizione al rischio di controparte, ossia il rischio che una delle parti della transazione non adempia ai propri obblighi. Un ciclo di regolamento più breve riduce al minimo il tempo in cui le condizioni di mercato o le posizioni finanziarie possono cambiare, riducendo pertanto la probabilità di insolvenza.
  • Aumento della liquidità: Un regolamento più rapido accresce potenzialmente la liquidità del mercato. Gli investitori possono accedere più rapidamente ai proventi derivanti dalla vendita di titoli, consentendo loro di reinvestire o ritirare i fondi prima. Ciò può contribuire a rendere il mercato più dinamico e reattivo.
  • Efficienza operativa: Il settlement cycle a T+1 richiede processi operativi più efficienti e snelli, poiché le transazioni devono essere regolate in tempi più brevi. Questo può portare a miglioramenti nelle operazioni di back-office e all’adozione di tecnologie più avanzate per garantire il completamento delle attività in modo più rapido e accurato.
  • Allineamento agli standard globali: Il passaggio a un ciclo a T+1 allineerebbe maggiormente i mercati europei agli standard e alle best practices globali, dato che molti altri importanti mercati finanziari operano già con un ciclo di regolamento più breve. Questa armonizzazione è vantaggiosa per il trading internazionale, in quanto riduce le complessità associate ai diversi periodi di regolamento nei vari mercati.
  • Maggiore fiducia degli investitori: Cicli di settlement più rapidi potrebbero accrescere la fiducia degli investitori nell’integrità e nell’affidabilità dei mercati finanziari, in quanto le transazioni verrebbero regolate più rapidamente e con un rischio ridotto di ritardi o settlement fails.

 

Rischi

  • Sfide operative per le aziende: Gli operatori di mercato devono apportare miglioramenti operativi per soddisfare le esigenze di regolamento in tempistiche accelerate, incorrendo di conseguenza in investimenti e costi aggiuntivi[1]. Le aziende non avranno infatti altra scelta se non adottare tecnologie più avanzate e efficientare i propri processi interni per massimizzare i rendimenti e gestire i carichi di lavoro in modo più efficiente.
  • Attività post-trade compresse in tempi più brevi: Il passaggio al T+1 comporterebbe la necessità di completare la maggior parte dei processi di post-trade alla data di negoziazione, riducendo anche il tempo a disposizione per eseguire i controlli obbligatori (ad esempio, accantonamenti, liquidità, antiriciclaggio) e per risolvere potenziali problemi che impedirebbero il tempestivo regolamento a T+1[2]. Ciò potrebbe portare a settlement fails nel caso in cui gli operatori di mercato non siano in grado di completare il regolamento entro la data prevista con conseguenti penali secondo quanto stabilito dal regolamento CSDR.
  • Maggiore complessità operativa delle controparti UE: Secondo l’ESMA, accorciare il ciclo di regolamento in Europa[3] potrebbe essere più impegnativo che in altre giurisdizioni, poiché l’Europa ha un panorama più complesso per i servizi di post-trade, con molte infrastrutture di mercato, diverse valute e una piattaforma di regolamento comune (T2S) che non supporta tutte le valute e a cui non partecipano tutti i Depositari Centrali di titoli (CSD) dell’UE.
  • Impatto del prestito titoli: Il passaggio a un T+1 settlement cycle comprime la tempistica per il richiamo e la ricezione dei titoli, il che potrebbe portare a interruzioni del processo, con conseguente aumento dei settlement fails e delle relative penali, a meno che non si modifichino i processi esistenti, la tecnologia e le prassi degli operatori.

Conclusione

È importante notare che la migrazione al ciclo di regolamento a T+1 può comportare cambiamenti nell’infrastruttura di mercato, nella tecnologia e nei quadri normativi. Sebbene i vantaggi di un ciclo di regolamento più breve siano evidenti, gli operatori di mercato e le autorità di regolamentazione devono collaborare per garantire una transizione senza intoppi e affrontare le potenziali sfide che potrebbero sorgere.

  • Miglioramenti operativi: Le imprese devono aggiornare i loro processi operativi per soddisfare scadenze più stringenti. Ciò comporta la razionalizzazione dei processi interni e l’adozione di tecnologie avanzate per garantire un settlement efficiente e accurato.
  • Adozione di nuove tecnologie: I progressi tecnologici svolgeranno un ruolo fondamentale nel facilitare l’accorciamento del ciclo di regolamento. L’automazione e la digitalizzazione saranno infatti fondamentali per garantire un’elaborazione efficiente delle transazioni e un maggior coordinamento tra i vari partecipanti al mercato. Le nuove tecnologie, come la Distributed Ledger Technology (DLT)[4] e la blockchain, promettono di migliorare la trasparenza, ridurre i tempi di settlement e minimizzare i rischi operativi.
  • Strategie di mitigazione del rischio: Riconoscendo i rischi potenziali associati al passaggio al ciclo T+1, le imprese stanno sviluppando solide strategie di mitigazione del rischio. Ciò impone di affrontare l’aumento del rischio di operazioni non andate a buon fine e l’incremento di buy-in obbligatori a causa della riduzione dei tempi di settlement.
  • Collaborazione e condivisione delle informazioni: Le imprese dovranno impegnarsi in iniziative di collaborazione all’interno del settore per condividere intuizioni e best practice relative alla preparazione al T+1 settlement cycle. Questo approccio collaborativo mira a garantire una transizione senza intoppi e ad affrontare le sfide in modo collettivo.

Il passaggio dal regolamento T+2 al T+1 ha già preso piede in diverse regioni, fornendo preziosi insegnamenti ad altre giurisdizioni che stanno valutando cambiamenti simili. L’Europa, in quanto attore principale del panorama finanziario globale, deve considerare attentamente il proprio approccio alla riduzione del ciclo di regolamento. Nel complesso, la migrazione al T+1 si prospetta come un fattore positivo per il settore, in quanto ridurrà significativamente i rischi e aumenterà le opportunità di investimento. Tuttavia, le aziende che si faranno trovare impreparate potrebbero subire gravi ripercussioni sulla loro efficienza operativa e sui loro profitti.

Per ulteriori approfondimenti e indicazioni sull’implementazione del ciclo di regolamento a T+1, contattate il team di Parva Consulting per scoprire come possiamo supportarVi nelle Vostre esigenze normative e operative.

[1] Coerentemente con la scadenza legislativa del 17 gennaio 2025 indicata nell’ambito della CSDR REFIT.

[2] Secondo la valutazione dell’ESMA, su 81 intervistati la maggior parte di essi ha indicato che è difficile quantificare i costi, in quanto questi dipendono in larga misura dal modo in cui il T+1 sarà imposto. Solo due intervistati (entrambi istituti di credito) hanno fornito informazioni riservate sui costi che sosterrebbero in caso di passaggio al T+1. Uno di loro ha indicato che l’adeguamento al T+1 non sarebbe stato possibile. Uno di essi ha evidenziato che l’adeguamento della propria attività al T+1 comporterebbe decine di milioni di euro, l’altro ha segnalato costi una tantum di circa 3 milioni di euro e costi continuativi di 0,5 milioni di euro all’anno. Alcuni intervistati hanno distinto tra costi una tantum/breve termine, legati agli investimenti per abbreviare i processi e le procedure informatiche, e costi continuativi/lungo termine legati al pre-matching, che richiederà la disponibilità di sistemi informatici e personale aggiuntivo.

[3] L’Associazione per i mercati finanziari in Europa (AFME) stima che il passaggio da due giorni a un giorno ridurrebbe significativamente il tempo disponibile per le elaborazioni post-trade da 12 ore a 2 ore, con una riduzione dei tempi operativi post-negoziazione dell’83%.

[4] La DLT è uno strumento finanziario che consente di archiviare le informazioni in modo sicuro e preciso utilizzando la crittografia. L’accesso ai dati può avvenire tramite “chiavi” e firme crittografiche. Una volta memorizzate, le informazioni possono diventare un database immutabile; le regole della rete, scritte nella codifica della programmazione del database, governano il libro mastro. Essendo decentralizzati, privati e crittografati, i libri mastri distribuiti sono meno soggetti alla criminalità informatica.

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