Evoluzione del fintech lending: La strada da percorrere per gli istituti finanziari

Di Emilio Ronconi

L’innovazione e il cambiamento non risparmiano nessun settore. Neanche il mercato del credito, fino ad ora di dominio delle banche, è risparmiato dall’affrontare i nuovi modi di concepire il lending.

Le regolamentazioni del capitale bancario, lo sviluppo inarrestabile dell’IT e la domanda di flessibilità, contestualità e velocità di erogazione del credito da parte di privati ed aziende ha creato terreno fertile per l’implentazione di soluzioni innovative da parte delle società fintech.

Il crowdlending, l’invoice trading e il direct lending sono tre modelli operativi di fintech lending che sono cresciuti in popolarità negli ultimi cinque anni. I fintech lenders si distinguono dai player tradizionali per automazione del processo di screening, pricing e di delibera, utilizzando metodi e tecnologie innovative che incontrano quindi la richiesta del mercato di soluzioni rapide e su misura.

Il Fintech lending ha permesso di semplificare le transazioni finanziarie aumentando l’accessibilità e riducendo i tempi di risposta ed i costi di gestione. La sempre più larga accoglienza e utilizzo di questa nuova concezione di lending, sia lato investitori che richiedenti fondi, è confermata da molteplici forecasting:

per il periodo 2024-2027 si calcola un CAGR del 32.3% del fintech lending globale, arrivando ad un valore di prestiti “erogati” per più di 400 miliardi USD (Insight Industry Guru, 2024). Altre stime spingendosi fino al 2031 calcolano un oustanding volume per più di 1,8 trilioni USD (The Brainy Insight,2022).

Tuttavia, per quanto rapida sia l’esplosione del fintech lending, quest’ultimo è ben lontano dai volumi del settore bancario, solo in Italia il totale dei prestiti al settore privato, (solo residenti italiani), a dicembre 2023 ammontavano a 1,48 trilioni di euro (ABI, 2024).

Da questa breve disamina l’interrogativo che sorge spontaneo è: quale sarà il rapporto prospettico tra fintech lenders e intermediari bancari “tradizionali”?

Fintech lending e credito bancario: l’evoluzione del loro rapporto tra passato, presente e futuro

Passato: I fintech lenders sono nati e cresciuti aggredendo la nicchia di mercato lasciata dalle banche presentando dei vantaggi competitivi nell’erogazione di prestiti a clienti rischiosi, come start-up e PMI, ed eleggendo come mercato di riferimento questa tipologia di borrowers offrendo loro prodotti tailor made e dalla rapida delibera.

Infatti, confrontando la distribuzione dei prestiti erogati tramite fintech lenders e banche si nota che i primi servono una clientela mediamente più rischiosa (misurata tramite FICO score) rispetto alle seconde, le quali prediligono clientela high grade (Di Maggio et. al, 2022).

Le ragioni di questa differente copertura della clientela sono molteplici ma principalmente sono due: regolamentazione del capitale a cui sono soggette le banche – ma non i fintech lenders – e una maggiore precisione nel calcolo della probability di default dei fintech lenders che riescono quindi a gestire richiedenti considerati non bancabili.

Presente: Cogliendo i complementari vantaggi competitivi, banche e/o fintech lenders hanno in alcuni casi condiviso progetti di M&A o Joint ventures aventi ’obbiettivo di ampliare il proprio ventaglio di prodotti offerti sul mercato, sfruttando le sinergie generate in ambito di analytics, supporto alla clientela, risk management ed ’onboarding. Non mancano, infatti, esperienze profittevoli di progetti di collaborazione tra società fintech e banche in varie sfere del credito (il sole 24 ore 2022) quali ad esempio: i l’integrazione delle nuove tecnologie fintech all’interno dei processi di finance supply chian, – o l’utilizzo di soluzioni di invoice trading per l’’implementazione di nuove piattaforme e sistemi che permettono di migliorare il metodo di gestione dei flussi di cassa e del circolante dei clienti corporate

 

 Futuro: Avvicinandoci verso valori medi di FICO score, dei richiedenti fondi, si intensifica la sostituibilità e quindi la competizione tra modello tradizionale e fintech lending. Per le banche approcciarsi a clientela con minor credit score comporta un aumento dei tassi di interesse applicati, riducendosi quindi il trade-off per la clientela nella scelta tra fintech lending rispetto a lending tradizionale. La clientela trovando un minor differenziale tra i tassi delle due alternative può optare per i prodotti customer friendly propri delle società fintech. L’aumento della competizione lato costo del credito è confermato dai dati: in Italia lo spread tra tassi di interesse tramite crowdlending e banche è diminuito di 200 bps tra il 2022 e il 2023, (da 600bp a circa 400 bps) (Polimi, 2023, Banca D’italia, 2024).

 In conclusione, la sfida posta dalla crescita del fintech lending al credito bancario non sembra delinearsi in uno scenario di completa sostituzione di un alternativa – ai finanziamenti – con l’altra. La risultante sembra essere uno spettro di differenti rapporti complementari-cooperativi con aree di sostituibilità parziale delle due alternative. È importante sottolineare che l’area di “scontro” e sostituzione non è staticamente posta in corrispondenza di valori medi di FICO score (o altri credit score). Se in futuro i fintech lenders dovessero attirare grandi masse di liquidità provenienti da investitori istituzionali – rassicurati da avanzate procedure di risk assesment – necessariamente il tasso di interesse offerto si abbasserebbe. Questo mutamento delle condizioni di offerta attirerebbe clientela che ex ante era solidamente servita dagli intermediari bancari.

A tal proposito, una strategia ottimale per le banche per affrontare al meglio il cambiamento dovrebbe essere il predisporre le architetture interne dei sistemi informatici ad accogliere procedure automatizzate, digitalizzate e AI based.

Applicazioni di AI, come Natural Language Processing (NLP), utili alla customizzazione e all’ottimizzazione del rapporto support system-cliente incontrano la domanda della clientela, (soprattutto delle Gen Z) per prodotti digitalizzati. (S&P Global,2024).

Un ultimo aspetto da monitorare con attenzione è la parallela evoluzione politico-normativa dei nuovi modelli di lending. La grande flessibilità dei fintech lenders derivante anche da una regolamentazione non restrittiva, quanto quella del mondo bancario, può essere ridotta e annullata da normative stringenti e non accomodanti.

Un buon esempio può essere quello cinese, dove misure regolamentari varate dalla People’s Bank of China (PBoC) nel 2017, (Cornelli et al.,2019) hanno contribuito, in soli 3 anni, al crollo del volume annuo di fintech lending, il quale è passato da più di 200 miliardi USD a poco più 1 miliardo USD nel 2020 (CCAF) e con migliaia di piattaforme fallite.

Reference:

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