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Una guida pratica in quattro fasi verso la compliance ESG

ESG (Environment, Social, and Governance) si riferisce alle tre aree in cui le imprese si impegnano a garantire la conformità a particolari misure ed obiettivi da raggiungere in un orizzonte temporale di medio-lungo termine.

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Le complessità finance in una migrazione dei sistemi informativi nel mondo del credito

Garantire il presidio degli aspetti finance in una migrazione di sistemi informativi è un tema centrale nel cambiamento: contabilità, bilancio e informativa finanziaria in genere non sono solo obblighi, ma anche…

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Il rapporto simbiotico tra banche depositarie ed SGR

Il ruolo e il mercato delle banche depositarie, o dei fund service providers per usare un termine più rappresentativo, sono raramente oggetto di analisi

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ETF in continuo aumento: come ristabilire il primato degli Asset Manager

I fondi a gestione passiva mettono sotto pressione i prodotti a gestione attiva degli Asset Manager. La tecnologia può rivelarsi un alleato prezioso per rimanere competitivi su un mercato in evoluzione.

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Market Data: cosa sono e perché è importante saperli gestire

Il numero di prodotti e servizi legati ai Market Data utilizzati nei Financial Services è enorme. Basti pensare che, a livello globale, esistono più di 3000 prodotti/servizi erogati.

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Blockchain e DLT: casi d’uso o business case?

Alessandro Viviani, fondatore di Parva Consulting, interviene nell’ambito del “Funding & Market Capital Forum 2018” sul tema del momento. Tanti i casi d’uso, quanti ancora sono gli interrogativi e le sfide che riguardano la scelta e l’applicazione di soluzioni Blockchain e Digital Ledger Technology su aziende, mercati e servizi. La nostra intervista a margine dell’evento.

Post-Trading e DLT: questa convention può essere un’opportunità per iniziare una revisione obiettiva di ciò che sta accadendo in ambito BC?

AV: “Certamente sì. Dobbiamo innanzitutto riconoscere il valore unico della BC: la sua capacità di rendere non necessaria la fiducia tra le parti che stanno effettuando una transazione. Possiamo dire che la Blockchain, intesa come soluzione tecnologica – e quindi la DLT, come “derivato” della BC – è oggi matura – o almeno in via di maturazione”.

In che senso la DLT è un derivato della BC?

AV: “Potremmo intendere la DLT come un’estensione migliorata della BC. Una BC “pura” è una struttura aperta e senza autorizzazioni, con seri limiti di efficienza. Le sue prestazioni attuali la rendono, in termini di rischio e non solo, non praticabile per un uso istituzionale nell’area Post-Trading. Potenziali sviluppi futuri (come HashGraph) potrebbero renderla più efficiente e applicabile al PT. La DLT prevede invece strutture chiuse e autorizzate, generalmente più efficienti poiché progettate coerentemente con i volumi previsti e le prestazioni desiderate. Le strutture DLT definiscono un sistema centrale che “autorizza” i partecipanti, sacrificando l’inutile fiducia per il raggiungimento dell’efficienza e la mitigazione del rischio”.

Quando applicare una soluzione BC/DLT?

AV: “BC e DLT sono soluzioni che ogni team IT dovrebbe avere nella sua borsa degli attrezzi. In un approccio caso per caso, deve essere innanzitutto valutata e applicata la soluzione più adeguata, che sia BC/DLT o meno: per fare la scelta migliore, è importante focalizzarsi sui risultati del target, i fattori critici e i requisiti di successo. La decisione di implementare una soluzione BC o DLT deve seguire un’analisi che dimostri che questa è la soluzione migliore rispetto al problema e rispetto al contesto”.

Il titolo del suo intervento “Blockchain e DLT: casi d’uso o business case?” auspica un’uscita dalla fase sperimentale?

AV: “I numerosi casi d’uso fin qui hanno dimostrano le potenzialità di BC e /o DLT, ma spesso si sono rivelati “una soluzione alla ricerca di un altro problema”. Ogni caso d’uso viene promosso e comunicato, ma la decisione di utilizzare le soluzioni BC / DLT spesso è legata a ragioni di marketing/comunicazione, più che a obiettivi strategici, tecnici o commerciali. E’ tempo che questa tecnologia dimostri dove può fare la differenza, piuttosto che dove potrebbe essere applicata. Il livello di maturità di questa tecnologia giustifica l’evoluzione da un approccio «casi d’uso» a «business case». Quando gli attori del settore opereranno questo cambio di passo avremo la vera dimostrazione che la soluzione è matura”.

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Blockchain: una vera rivoluzione?

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Cybersecurity: il caso irlandese

La consapevolezza che i rischi legati alla Cybersecurity possano costituire una seria minaccia al funzionamento dei sistemi finanziari globali, ha portato i principali regolatori europei ad una progressiva formalizzazione di principi e linee guida di condotta […]

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Conferenza Blockchain for Finance

di Stephen O’Brien

Mi preparo a partecipare alla Blockchain for Finance Conference (BFC), il prossimo 3 e 4 ottobre a Dublino, con una certa aspettativa.

La conferenza sarà focalizzata sul settore finanziario e su come la Blockchain stia progredendo come una tecnologia emergente per i clienti di questo campo. Il settore finanziario è stato piuttosto attivo, sia in Irlanda, sia a livello internazionale, nello sviluppo di use cases che fanno leva su Blockchain DLT. Citi, Northern Trust, Credit Suisse, State Street, JPMorgan, BNP Paribas e Santander stanno agendo da apripista, creando prototipi innovativi, anche se molti dei casi d’uso che stiamo vedendo sono focalizzati a livello interno (data governance) o entro limitata rete esterna bi-laterale o tri-laterale (settlement di transazioni a T0)

In realtà, è difficile immaginare la sostituzione delle molte reti e piattaforme interbancarie con la Blockchain DLT, a meno che non vi sia un caso di crisi della fiducia tra banche, in particolare nella loro rete di sicurezza a causa di un evento imprevisto come un cyber- attacco. La maggior parte dei database e delle piattaforme di messaggistica, nel settore bancario, funzionano in modo soddisfacente e sono stati fatti pesanti investimenti negli ultimi anni, quindi sarà interessante ascoltare dai relatori della conferenza come i business case si siano evoluti nel gli ultimi 12 mesi, dove il punto per molti business sponsor era capire quali problemi la Blockchain potesse risolvere, che non fossero già stati affrontati con tecnologie più tradizionali

La fiducia non è un problema oggi all’interno di network bancari “chiusi”. Le nuove catene di fornitura di servizi esterne, come KYC / AML o processi frammentati preesistenti come i flussi di processo di Trade Finance o relativi a Hedge Fund, d’altra parte, hanno caratteristiche diverse e potrebbero rappresentare un ambito in cui la tecnologia può davvero svolgere un ruolo cruciale per creare un flusso di transazioni efficiente e più solido su più fronti, a partire da poche infrastrutture esistenti oltre ai cari vecchi strumenti come MS Excel e la posta elettronica.

Possiamo aspettarci un ulteriore sviluppo di use cases in aree come come Proxy Voting, Voluntary Corporate Action e il su menzionato Trade Credit Finance quali esempi in cui è richiesto un certo livello di interazione esterna e la Blockchain potrebbe avere senso come soluzione tecnica, sebbene la redditività dell’investimento nel business case potrebbe rivelarsi problematico su volumi di transazioni contenuti.

Dopo tutto, è il business che deve guidare la tecnologia, non il contrario!
Vi terrò informati sulle conclusioni della conferenza di Dublino nel mio prossimo post.

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