ETF in continuo aumento: come ristabilire il primato degli Asset Manager
A cura di Thomas Elsler
I fondi a gestione passiva mettono sotto pressione i prodotti a gestione attiva degli Asset Manager. La tecnologia può rivelarsi un alleato prezioso per rimanere competitivi su un mercato in evoluzione.
Le statistiche dimostrano che l’importanza degli Exchange Traded Funds (ETF) è in continuo aumento: la quota di mercato dei fondi a gestione passiva è aumentata dal 14% al 22% in 5 anni (2011-2016) ed è destinata a crescere ancora, a discapito dei fondi a gestione attiva[1]. La maggior parte degli ETF è infatti a gestione passiva: si tratta dunque perlopiù di strumenti che prevedono investimenti in indici, ovvero panieri di titoli senza analisi differenziata né distinzione qualitativa tra i singoli strumenti contenuti nell’indice. Di conseguenza, poiché l’intervento del gestore è limitato alla verifica della coerenza del fondo rispetto all’indice di riferimento, i costi di gestione del fondo si riducono drasticamente. Ai tempi di MiFID II, man mano che aumentano gli obblighi di trasparenza sulle commissioni, sta guadagnando importanza l’aspetto commissionale anche per gli investitori.
I rischi degli ETF
Tuttavia, anche l’abbattimento dei costi ha un suo prezzo: rispetto ai fondi gestiti attivamente, gli ETF di solito non prevedono l’utilizzo di strumenti di copertura, ma, per far fronte al rischio di mercato, si affidano esclusivamente alla diversificazione. Ciò comporta un aumento del rischio di rendimenti negativi soprattutto durante un bear market, in particolare a causa della scarsa differenziazione degli investimenti, che prescinde da un’analisi tecnica o fondamentale dei singoli titoli contenuti. Inoltre, secondo alcuni studi, sarebbero proprio gli ETF che potrebbero incrementare gli effetti di un crash del mercato.
Nonostante tutte le criticità, per potenziali investitori, i bassi costi di gestione rimangono al momento un vantaggio competitivo decisivo per scegliere gli ETF. Come possono allora i fondi di gestione attiva rendersi competitivi e far fronte a questo nuovo concorrente sul mercato?
La tecnologia a supporto del gestore
Tra le possibilità per frenare la perdita di ulteriori quote di mercato c’è il ricorso alla tecnologia: integrando la gestione attiva con i nuovi strumenti tecnologici, si riducono tempo ed energie impegnate dal gestore per la cura del portafoglio affidatogli. Tool automatici sono in grado di diminuire l’impegno del gestore nel monitoraggio del portafoglio, attraverso:
- Controllo continuo del portafoglio in senso stretto, inviando avvertimenti al gestore al verificarsi di determinate condizioni, come l’aumento dei volumi contrattati o sbalzi nei prezzi dei titoli in portafoglio;
- Riscontro continuo o periodico su indicatori e oscillatori tecnici;
- Monitoraggio esterno rispetto al portafoglio, che informi il gestore sulle notizie dell’ultima ora rispetto a titoli in portafoglio e cambiamenti del sentiment sui titoli espresso attraverso social media e simili.
Il controllo degli strumenti rimane in ogni caso in mano al gestore, che può impostare e calibrare in autonomia l’attività dello strumento automatizzato. Oltre all’attività di monitoraggio, versioni più elaborate dei tool automatici possono anche provvedere al ribilanciamento periodico in automatico del portafoglio, a partire dalle indicazioni impostate dal gestore. Più sofisticati diventano gli strumenti e gli algoritmi sottostanti, più il ribilanciamento automatico può fornire informazioni e dettagli utili a calibrare gli investimenti.
Il ruolo chiave dei Robo-Advisor
Infine, i Robo-Advisor possono svolgere un ruolo chiave per diminuire i costi di gestione. Se a prima vista questo fenomeno può sembrare in diretta concorrenza con la gestione attiva, in realtà, se usati nel modo giusto, i Robo-Advisor possiedono il potenziale per diventare uno strumento di notevole utilità per gli Asset Manager. I Robo-Advisor sono in grado di monitorare continuamente un numero molto elevato di titoli e di effettuare una preselezione di quelli interessanti in base a parametri preimpostati, potendo dare così al gestore spunti per gli investimenti. Il tempo risparmiato consente al gestore di fare un’analisi più mirata e approfondita dei potenziali target di investimento. Come per gli altri tool automatici, l’elaborazione di algoritmi più sofisticati aumenta l’efficienza dei Robo-Advisor e i potenziali benefici derivanti dal loro utilizzo.
Anche di fronte a una forte crescita degli ETF, i fondi a gestione attiva continueranno a giocare un ruolo importante nell’Asset Management, perché l’intervento di un gestore capace e preparato nelle scelte d’investimento comporta notevoli vantaggi per il rendimento. L’utilizzo di elementi tecnologici, in mano al gestore, può contribuire ad assicurare che i vantaggi in termini di rischio/rendimento della gestione attiva non siano vanificati dai maggiori costi di gestione rispetto agli ETF, aumentando così la competitività dei fondi a gestione attiva.
Tocca agli Asset Manager migliorare la propria offerta dal punto di vista dei costi per rimanere competitivi anche di fronte alla nuova concorrenza sul mercato.
[1] Quota di mercato in AUM per fondi aperti, cfr. Reshaping around the investor – Global ETF Research 2017, EY